Report Competitività 2019
Milano/Londra, 4 novembre 2019. Nonostante l’aumento dei rischi economici globali, l’Europa presenta interessanti opportunità per gli investitori internazionali. L’Italia ha un enorme potenziale che deve ancora pienamente esprimersi, ma deve agire per essere maggiormente competitiva.
E’ quanto emerge dal Rapporto sulla competitività 2019 predisposto da Eight International, network globale di 23 società di consulenza indipendenti operanti in 20 Paesi e rappresentato in Italia dal socio fondatore New Deal Advisors.
Il potenziale dell’Italia è riconosciuto dagli investitori internazionali che confermano l’attrattività del Paese grazie all’eccellenza dei distretti e alla dinamicità delle imprese che necessitano di sviluppo internazionale. Le classifiche sui distretti mostrano infatti che l’Italia è il quarto miglior Paese al mondo (una media di 5,5 in un voto che va da 1 a 7) in questo ambito.
L’interesse degli investitori peraltro permane anche se le classifiche ritraggono un Paese che sembra aver perso slancio: nonostante sia una delle tre maggiori economie dell’Eurozona e vanti aziende dinamiche, i livelli di disoccupazione e debito pubblico restano costantemente elevati e preoccupanti (stabilmente al 33° posto su 36 paesi). Il peso della burocrazia è uno dei più alti al mondo (136° posto su 140 paesi). Gli oneri connessi all’occupazione e alla regolamentazione sono un ostacolo allo sviluppo delle imprese. Permane inoltre un clima di incertezza connesso all’evoluzione macroeconomica e politica, nonché alla costante stagnazione dell’economia.
Negli ultimi anni si è peraltro registrato anche un forte deterioramento della classifica delle disparità di genere e di reddito: l’Italia è al 70° posto su 140 paesi nella classifica del gap di genere globale, registrando il peggior calo (- 30 posti dal 2015) di qualsiasi altro Paese europeo incluso nel rapporto.
L’Italia perde anche posizioni nella classifica dedicata allo stato della democrazia (passa dal 21° al 33° posto), ma registra al contempo la maggiore crescita in termini di libertà di stampa (dal 73° al 46° posto).
Un messaggio molto più positivo emerge quando esaminiamo le classifiche che monitorano la salute e il benessere. L’aspettativa di vita media degli italiani è al quinto posto nel mondo. La qualità della vita del Paese è altrettanto notevole. L’influenza creativa e il patrimonio culturale dell’Italia sono considerati i più grandi e importanti al mondo.
Mara Caverni, Managing Partner di New Deal Advisors, commentando il report sottolinea che “l’Italia ha un potenziale enorme derivante dai sui distretti industriali con imprese di eccellenza e un patrimonio culturale e una creatività riconosciuta a livello globale. Dal confronto con gli investitori emerge una forte attenzione alle singole aziende, più che alla situazione del Paese. Pur percependo un calo della competitività del Paese connesso, tra l’altro, al peso della burocrazia, alla stagnazione economica e alla fase di incertezza, gli investitori continuano a guardare ai settori in cui l’Italia tradizionalmente eccelle, quali il food, la moda, il design etc.. E sono consapevoli che troppo spesso mancano le condizioni perché le nostre imprese possano crescere superando le barriere imposte dal contesto nazionale. L’obiettivo resta quindi investire nelle eccellenze del made in Italy e farle crescere su scala internazionale”.
La ricerca, giunta alla sua quarta edizione, parte dal presupposto che il PIL, da solo, non basti a rappresentare in modo esaustivo l’andamento economico di una nazione e che la competitività su scala globale di ciascun Paese possa essere misurata solo analizzando unitamente diversi fattori, tra cui il contesto in cui si fa business, la stabilità politica e sociale, l’innovazione, l’istruzione e la qualità della vita.
Da tale analisi comparata su scala globale, emerge chiaramente che:
- Ci sono benefici economici diretti per ogni nazione che rimane aperta agli investimenti internazionali. La ricerca fornisce prove statistiche convincenti per collegare tale apertura al progresso economico.
- La crescita economica non è negativa per l’ambiente. Esiste una forte correlazione tra maggiore cura e attenzione ai temi ambientali e allo sviluppo.
- Il tema del benessere – che comprende stabilità politica e sociale e standard educativi elevati – è sempre più al centro, e sempre più lo sarà, dell’agenda politica globale.
Il Rapporto, unico nel suo genere ed elaborato sulla base di 38 indici e 25 report autorevoli, rappresenta l’evoluzione, registrata negli ultimi 3 anni (indici 2015/16 vs 2018/19), delle principali economie mondiali dettagliando, in particolare, quella di dieci Paesi: Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Belgio, Russia e India.
I punti salienti dell’analisi dei dieci Paesi analizzati in dettaglio, oltre all’Italia, includono:
Regno Unito: mentre le basi economiche sono solide, è necessario guardare oltre la Brexit per affrontare questioni chiave che frenano la competitività a lungo termine del Regno Unito poiché rischia di essere superata da Paesi che salgono di livello in termini di competitività globale.
Francia: ha visto significativi miglioramenti nella qualità del suo contesto di business. Ma la questione irrisolta delle pratiche occupazionali restrittive e l’immobilità del mercato del lavoro rimane un freno per le prestazioni economiche.
Germania: mentre è la principale potenza economica dell’Europa, non ha una sola società nell’indice delle 100 aziende più innovative al mondo. In confronto, il Regno Unito e l’India ne hanno cinque ciascuno. Ha visto cadere le sue posizioni in alcune altre classifiche internazionali critiche.
Belgio, Paesi Bassi: entrambi i Paesi sembrano essere altamente competitivi e offrono una buona alternativa agli investitori disposti a stabilire una presenza o espandere le proprie attività in Europa.
Polonia: è l’unico membro dell’UE che non ha affrontato una recessione negli ultimi due decenni. Ma nonostante una crescita economica sostenuta, rimane un Paese in transizione.
Russia: nonostante le recenti questioni politiche, alcuni investitori internazionali stanno progressivamente tornando nel Paese. Le classifiche dell’ambiente di business stanno migliorando. Gli investitori sono attirati in particolare dai mercati a largo consumo.
India: la sua cultura aziendale dinamica e ottimista a volte rende meno difficile operare in questo Paese per l’investitore straniero rispetto alla Cina continentale. La quinta più grande economia del mondo è destinata a beneficiare di un bonus demografico.
Al seguente link è disponibile il rapporto completo sulla competitività del 2019.